giovedì 4 novembre 2010

Atletico e Sagace: focus sulla Cronopareidolia

Ho apprezzato notevolmente il nome coniato dal grande demistificatore (debunker) Paolo Attivissimo per questo tipo di fenomeno: si tratta della sensazione di assistere ad un anacronismo, così come la pareidolia riguarda una percezione erronea della realtà da parte del nostro cervello che riconosce, ad esempio, un volto là dove si trovano solo macchie e puntini.


Quante puntate avrà dedicato Giacobbo a quest'immagine, frutto di un campionamento sommario e di una ricostruzione non perfetta di un particolare della superficie di Marte? Non lo so per fortuna, ma saranno state tante.

Il cervello incorre molto volentieri in questo tipo di errore: lo fa con maggiore frequenza per i volti anche


se, a conti fatti, nessun tipo di realtà già esperita dal cervello viene esclusa. Eccone un altro esempio di seguito:


Per i più esigenti la pareidolia è, e cito questo post di joint516 molto simpatico:
l'illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili (naturali o artificiali) dalla forma casuale
È la tendenza istintiva e automatica a trovare forme familiari in immagini disordinate; l'associazione si manifesta in special modo verso le figure e i volti umani. Classici esempi sono la visione di animali o volti umani nelle nuvole, la visione di un volto umano nella luna oppure l'associazione di immagini alle costellazioni. Sempre alla pareidolia si può ricondurre la facilità con la quale riconosciamo volti che esprimono emozioni in segni estremamente stilizzati quali le emoticon.
Direi che ci siamo capiti allora; la lunga divagazione è servita a introdurre la cronopareidolia, illusione ancor più affascinante a mio giudizio. Non sono molti gli esempi, ma credo possano aumentare col tempo e in modo direttamente proporzionale alla diffusione di foto e filmati d'epoca sulla rete. Per quanto riguarda le foto eccone una che aveva suscitato non poco scalpore tempo fa (analisi condotta ancora una volta da Attivissimo):


Il ragazzo sulla parte destra della foto appare un crononauta fatto e finito, salvo poi scoprire grazie a Paolo che:

La foto non ha assolutamente nulla di paranormale o pseudoscientifico. È semplicemente una fotografia della gente che partecipò alla riapertura del ponte di South Fork a Gold Bridge, nella British Columbia, nel 1941, dopo che un'inondazione aveva distrutto il ponte precedente. Il "viaggiatore nel tempo" è semplicemente una persona vestita secondo uno degli stili del tempo, come dimostrano altre fotografie che avete trovato in Rete e risalenti agli anni Quaranta. Gli occhiali con i paraocchi laterali andavano di moda all'epoca. Il taglio di capelli era usato in quegli anni. La M appartiene a una felpa di qualche scuola, probabilmente simile a questa.

La fonte (con didascalia esplicativa) è Virtual Museum. Il link diretto alla foto a maggiore risoluzione è questo.
La foto proposta da Attivissimo voleva semplicemente dimostrare come basti poco per montare una tesi di complotto globale e quanto sia difficile smontarla, senza tutti gli elementi del caso per analizzarla; basterebbe utilizzare un semplice principio di economia intellettuale, il rasoio di Ockam, ma è troppo poco suadente per  le menti piene di immaginazione.

Ora siete finalmente pronti per questo filmato; un po' ve lo meritate se mi avete seguito fin qua. Aspettate 20 secondi e poi osservate le movenze della signora che passa davanti alla cinepresa; il filmato risale al 1928 ed è stato girato in occasione dell'anteprima del film di Chaplin "the Circus". Buon divertimento!



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